La Finlandia: nazione eroica d’Europa

Titolo originale: “Finland: Europe’s Hero Nation” © 1997 Richard D. Lewis
Traduzione dall’inglese: Raffaello Tesi (2004, ultimo aggiornamento 2018)
Pubblicato con il permesso del detentore del copyright

Le nazioni giovani sono orgogliose, coscienziose, energetiche. I loro leader iniziano cercando di fare le cose per bene, spinti da un rinfrescante impeto di diligenza e moralità, valori ben conservati nella terra finlandese.

La Finlandia rappresenta un eccezionale esempio di nazione eroica, grazie a un operato praticamente impeccabile sia nei rapporti locali che in quelli internazionali: le storiche conquiste di questo Paese non hanno rivali su una simile scala temporale.

Dai campi alla presidenza

Nel 1917 la Finlandia era principalmente una nazione di contadini, allevatori e piccoli proprietari terrieri senza riconoscimento sociale; un granducato, avamposto ai margini dell’immenso Impero russo.

Così come i loro antenati avevano fatto per secoli, la stragrande maggioranza dei finlandesi lavorava la terra, in gran parte proprietà di una minoranza di lingua svedese. Le promettenti industrie della nazione erano state fondate da scozzesi, norvegesi, tedeschi e altri stranieri.

Per lunghi periodi nella storia della Finlandia, i contadini erano stati al servizio di eserciti stranieri – principalmente di quello svedese e russo – dove si erano distinti per valore e tenacia. Per quanto si possa andare a ritroso nella storia d’Europa, queste brulle e ampie distese di foreste e laghi hanno sempre costituito una nazione spartita da altri Stati, di cui i finlandesi erano i giovani partner, pur utilizzando francobolli di altri popoli e giurando fedeltà a corone straniere.

Lingua e clima

Sebbene non fosse ancora uno Stato, la Finlandia era già una nazione, e lo era stata per molto tempo. Anche se la maggior parte dei Paesi possono datare la loro indipendenza con una certa accuratezza, la nascita di una propria coscienza nazionale è un fenomeno molto più nebuloso.

La cultura di una persona deriva principalmente da quattro fattori: lingua, clima, religione e storia. Anche se questi ultimi due fattori consentono una qualche possibilità di scelta, l’influenza della lingua e del clima restano gli aspetti fondamentali che definiscono marcatamente un gruppo culturale.

L’importanza della lingua finlandese non può essere sovrastimata: essa è stata un irresistibile fattore unificante per coloro che la parlavano nello splendente isolamento del nord. Il finlandese non è un ordinario veicolo di comunicazione come lo svedese o l’indonesiano. La sua abbondanza di vocali e la sua scorrevolezza possono ricordare a un primo acchito l’italiano ma, ascoltandolo attentamente, non si può fare a meno di notare quel vibrante nerbo sottostante, assente nelle lingue del sud, e distante dalla rozza e forte lingua germanica. L’impressionante lunghezza del suo reggimento di sostantivi e aggettivi, la musicalità delle sue coordinate desinenze, l’ondulata sonorità delle sue frasi involute sono tutte pennellate dell’anima artistica e tenace di un popolo che viene da lontano.

La lingua finlandese contiene in sé il fruscio delle foreste di conifere e il turbinio delle correnti artiche che ritroviamo nella musica di Sibelius, nella solitudine e nella fredda malinconia dei laghi del nord, nel rinvigorente errare per le steppe dell’Asia centrale, nella vitalità e nella perseveranza degli avventurosi e tenaci pionieri. Ascoltare le risolute armoniche di questa agile lingua asiatica non lascia dubbi alla seguente dichiarazione: “Noi finlandesi viviamo quassù nel nord e abbiamo voi come vicini; può essere che ci piacciate e che ci troviamo bene insieme, ma potete chiaramente vedere e udire le differenze. Abbiamo la nostra lingua, letteratura, folklore, arte ed estetica, musica, senso delle forme e dei colori: in breve una visione del mondo unica”. Un messaggio implacabile come il clima e l’ambiente della Finlandia.

Queste latitudini producono persone imperturbabili, vigorose, dinamiche, con una straordinaria fiducia in se stessi e istinto di sopravvivenza. I superstiti dell’Artico devono avere capacità di resistenza, coraggio, indipendenza e inventiva. Fra tutti i popoli del mondo solo i finlandesi si sono stabiliti, con una popolazione di cinque milioni di persone, su una terra interamente al di sopra del 60º parallelo settentrionale.

La Finlandia in Europa

Nonostante il suo isolamento geografico e il legame con la Russia, all’alba del Novecento la Finlandia già possedeva vedute sorprendentemente internazionali. Dal 1890 sino all’indipendenza del 1917, la regione del Baltico orientale era una delle aree più internazionali del mondo. Helsinki, Viipuri e San Pietroburgo erano centri vitali di eccellenza artistica e onnipresente multilinguismo. Le stesse Oulu e Tampere erano città bilingue mentre a Viipuri molti parlavano addirittura quattro lingue.

Nel 1900 il numero di persone che parlavano lingue diverse dal finlandese e lo svedese superava il numero della minoranza di lingua svedese. Erano stranieri coloro che avevano grandemente contribuito allo sviluppo dell’industria finlandese, così come testimoniano i nomi di molti aziende nazionali: Fazer (tedesca), Hackman (tedesca), Finlayson (scozzese), Gutzeit (norvegese), Sinebrychoff (tedesca di San Pietroburgo). L’industria casearia finlandese fu fondata da maestri svizzeri, e furono stranieri anche i creatori del fulcro dell’industria metallurgica della nazione. L’inno nazionale della Finlandia fu composto da Fredrik Pacius, tedesco, che trascorse la maggior parte della sua vita a Helsinki.

Indipendenza

Quando l’occasione di rivendicare l’indipendenza si presentò, i finlandesi la colsero al volo in modo rapido ed efficiente: riconobbero il proprio momento storico e furono fortunati con la loro leadership del tempo.

I finlandesi riuscirono a fondare il più rapidamente possibile uno Stato moderno, basato sull’eguaglianza e la libertà. Anche se alto fu il fervore nazionalista, occorre notare come l’arrogante sciovinismo non abbia mai trovato grande spazio nella storia della Finlandia. Il comportamento dei finlandesi nei confronti della minoranza di lingua svedese (il sei per cento al giorno d’oggi) fu scrupolosamente onesto.

La lingua svedese, insieme a quella finlandese, è lingua ufficiale, e gli svedesi di Finlandia (che si sentono finlandesi, non svedesi) hanno il loro partito politico, i loro quotidiani ed eguali diritti. Per venti anni (1919-1939) il progresso della Finlandia fu costante, talvolta spettacolare. Seguirono molti trionfi atletici – particolarmente alle Olimpiadi del 1936. Una lunga schiera di atleti divenne famosa nel mondo, da Paavo Nurmi negli anni Venti a Lasse Virén negli anni Settanta. Alle donne fu dato il diritto di voto sin dal 1919, favorendo il fiorire di una democrazia genuina.

Sibelius, Kajanus, Saarinen, Järnefelt, Gallen-Kallela e Alvar Aalto assicurarono una rappresentanza della nazione ai più alti livelli artistici, un’intelligente gestione della foresta finlandese e di altre risorse portò ad un rapido miglioramento dello standard di vita.

La seconda guerra mondiale fu uno shock crudele e una severa battuta d’arresto per la giovane nazione; ma anche la sconfitta si rivelò una vittoria, dal momento che l’indipendenza fu mantenuta. Il successivo destino di dieci nazioni dell’Est europeo servì a enfatizzare la buona sorte della Finlandia, grazie anche alla sua determinazione nel lottare fino alla fine per ciò in cui credeva.

Dopo la guerra, la saga continuò. L’impresa della Finlandia nel redistribuire nello spazio di pochi mesi i 400.000 profughi careliani fu largamente ignorato dal resto del mondo. La nazione piegata dalla guerra si prefissò immediatamente il compito di pagare gli ingiusti risarcimenti di guerra all’Unione Sovietica – risarcimenti che vennero saldati per intero alla data prefissata.

Gli anni Cinquanta e Sessanta furono difficili per l’economia, con la Finlandia che ricopriva una posizione subalterna nella famiglia dei Paesi nordici. Ma la tenacia della nazione alla fine trionfò: in primis la Finlandia sorpassò la Svezia negli investimenti esteri e successivamente vide prosperare un boom economico decennale a partire dal 1978. Una società pulita, salva dal crimine e dalla povertà, entrò nella lista delle dieci nazioni più benestanti del mondo nei primi anni Ottanta. E senza rovinare l’ambiente.

Ingresso nell’Unione europea

Se gli anni dal 1917 al 1970 testimoniarono il consolidamento dell’identità nazionale finlandese, avente come corollario una diminuzione del coinvolgimento negli affari internazionali, gli anni Settanta e Ottanta videro il risveglio dell’identità europea del Paese, nel momento in cui grandi aziende come Kone e Nokia vennero internazionalizzate.

Era solo una questione di tempo prima che la Comunità Europea guardasse a settentrione, verso i Paesi nordici, come nuovi e fidati membri. Un nuovo periodo storico stava nascendo, e ancora una volta i finlandesi si presentarono in modo più rapido e risoluto rispetto ai vicini svedesi.

In realtà la Finlandia non stava entrando in Europa, ci stava rientrando. I finlandesi, sebbene di probabili origini asiatiche, pensano come europei, e molte delle loro istituzioni sociali sono state importate, insieme al luteranesimo, dalla Svezia e dall’ovest. I finlandesi sono europei allo stesso modo dei danesi o degli svedesi, e possibilmente più degli spagnoli o anche dei britannici.

Gli schemi comunicativi dei finlandesi sono asiatici, ma i loro valori sono occidentali, liberali, europei. Sarebbe un errore pensare alla Finlandia e alla Svezia come le “nuove leve” dell’Europa: forse il ruolo di “figliol prodigo” veste queste due nazioni in modo più appropriato. Le culture finlandesi e svedesi conferiscono un equilibrio europeo all’Unione. Sono qualità che dovrebbero essere benvenute, possibilmente emulate, certamente non sminuite o compromesse.

La presidenza finlandese dell’Unione europea

Nel 1999, la Finlandia acquisirà un nuovo livello di coinvolgimento negli affari europei, nel momento in cui assumerà la presidenza dell’Unione europea. Questa è una sfida che potrebbe intimidire una giovane nazione: la presidenza può fissare priorità politiche per l’Unione. Il suo consenso può essere costruttivo o distruttivo: rappresenta l’Unione al mondo esterno.

È di grande importanza per la Finlandia che la presidenza attiri prestigio verso lo Stato membro che la esercita. Ogni presidenza ha un suo stile proprio, ovviamente inseparabile dall’identità nazionale. Gli italiani, per esempio, nella loro ultima presidenza si prefissero una tipica agenda magniloquente piena di buone intenzioni: portare stabilità nei Balcani, promuovere la pace nel Medio Oriente e creare lavoro in Europa. È ciò che ognuno si sarebbe aspettato da loro.

Altre nazioni hanno invece un approccio più pragmatico, meno idealista. I finlandesi e gli svedesi devono puntare ad un ruolo positivo. Questo sarà sviluppato nei prossimi tre-quattro anni: l’immagine finlandese potrebbe avere a che fare con la sincerità, il senso comune, la concisione, la calma e l’imparzialità, senza menzionare una limpida reputazione di relazioni internazionali.

Il comunicatore finlandese – punti forti e deboli

Si è molto scritto sulla debolezza della Finlandia nelle situazioni di comunicazione internazionale, e ciò non è un mito. I finlandesi appaiono spesso riluttanti comunicatori e talvolta falliscono nel creare l’impatto richiesto quando parlano; ma in quest’ambito hanno certamente potenzialità nascoste, e molto spesso non si rendono conto di averle.

I punti di forza dei finlandesi si fondano sui loro valori e sul loro codice comportamentale, non sulla loro espressività. Il dilemma dei finlandesi è di avere valori occidentali nascosti in uno stile di comunicazione asiatico: questi due fattori sono in un certo senso incompatibili. I valori europei sono determinati, logici, spesso hegeliani. Specialmente nel nord Europa si tende a vedere in “bianco e nero”. I valori asiatici sono meno secchi e spigolosi, più ambigui e malleabili. Lo schema di comunicazione asiatico – esitante, rispettoso, ambivalente, sempre controllato – è un mezzo ammirabile nelle nazioni orientali; in Finlandia è un punto a sfavore.

Europeo occidentale
Statunitense
Finlandese Asiatico
democrazia democrazia gerarchie
autodeterminazione autodeterminazione fatalismo
parità dei generi parità dei generi maschio-prevalente
etica di lavoro etica di lavoro etica di lavoro
diritti umani diritti umani diseguaglianza
ecologia ecologia sfruttamento dell’ambiente
estroverso introverso introverso
energico modesto modesto
vivace quieto quieto
pensa a voce alta pensa in silenzio pensa in silenzio
interrompe non interrompe non interrompe
loquace diffida dei grandi parlatori diffida dei grandi parlatori
non apprezza il silenzio usa il silenzio usa il silenzio
verità prima della diplomazia verità prima della diplomazia diplomazia prima della verità
manifesto linguaggio corporeo poco linguaggio corporeo poco linguaggio corporeo

Valori finlandesi – Il dilemma della comunicazione

Le donne finlandesi

Le donne finlandesi, oltre a possedere i punti di forza descritti sopra, sono anche più comunicative degli uomini. Quando in Finlandia è una donna a sedere sulla poltrona del capo, i seguenti fattori devono essere sempre tenuti in mente:

  • La parità dei generi è una realtà che funziona
  • Il livello di educazione delle donne finlandesi compete o supera quello di altre nazioni
  • Le donne finlandesi sono comunicative, esplorative, dotate di un approccio diretto
  • Una certa emozionalità da parte delle donne finlandesi può significare un’alta sensibilità ai messaggi e alla capacità di leggerli. Questo può spesso risultare in un approccio più olistico, concettualmente più totalizzante
  • Alcune nazionalità, ad esempio italiana, portoghese, possibilmente svedese, trovano talvolta più facile stabilire un rapporto con una donna finlandese rispetto a un uomo.

Non c’è dubbio che le donne finlandesi giocheranno un ruolo importante nelle relazioni europee.

Come avvicinare un finlandese

Il miglior punto di partenza è avere chiaro in mente che il finlandese è una persona formidabile. Il comportamento lento, reticente ed evidentemente ritroso, come viene spesso descritto ad esempio da svedesi, tedeschi e francesi, non è altro che una maschera illusoria che nasconde un individuo veramente moderno. Più si ha a che fare con i finlandesi, più ci si rende conto che sono in realtà dei perfezionisti. Si sottomettono educatamente all’intelligenza e affabilità altrui, quando in realtà sono spesso loro a primeggiare, in modo discreto ma efficace.

I modesti partner finlandesi, così complementari rispetto alle caratteristiche di altre nazionalità, risultano invece essere spesso tecnocrati altamente qualificati con risorse molto solide. Il loro ufficio, macchina e vestiti possono essere di qualità migliore di altri, la loro casa sicuramente lo è. Possiedono uno standard non plus ultra in termini di pulizia, onestà, capacità di resistenza, abilità tecnica, affidabilità, igiene, sicurezza ed educazione.

In Finlandia si può bere l’acqua direttamente dal rubinetto, i dottori sanno come curarti quando sei malato, gli autobus, i treni e gli aeroplani partono in orario, e non ci sono uragani. I quotidiani sono stampati su carta di buona qualità e l’inchiostro non si attacca alle dita […]. Il latte e il caffè finlandese sono tra migliori al mondo. Il cibo è sano, la società solidale.

Tedeschi, olandesi, svizzeri e altri popoli spesso parlano di quanto sono uniti, ma i finlandesi possiedono una tale solidità che traspare immediatamente quando si ha a che fare con loro. I finlandesi cercano ovviamente questa solidità anche negli altri: descrivi pertanto i successi della tua cultura sempre con un tono modesto. I lavori di basso profilo vanno per la maggiore con i finlandesi. Non ti vantare. Quando hai finito il tuo discorso non ti aspettare nessuna replica: stanno pensando a quello che hai detto. I finlandesi non pensano e parlano allo stesso tempo.

Goditi il silenzio – poche persone ti concedono questo lusso. Considera il silenzio come una pausa positiva in cui potersi rilassare. Vai in sauna e beviti un drink. Quando lavori con i finlandesi dovresti provare a pianificare traguardi precisi, definire obiettivi e fare appello alle risorse interiori degli individui: tutto questo è fondamentale per raggiungere l’obiettivo prefissato grazie al loro lavoro.

Ai finlandesi piace dimostrare la loro capacità di resistenza in compiti solitari – gli sportivi difatti eccellono in gare come la corsa di fondo, lo sci e il rally. Una persona d’affari finlandese vuole sempre comprendere bene qual è la propria responsabilità e la propria autorità: non vuole l’una senza l’altra, l’autodisciplina è assunta a priori. Ai finlandesi non piace essere diretti da troppo vicino: preferiscono venire da te con i risultati finali. Ascolta bene i finlandesi, perché se hanno qualcosa da dirti, spesso è qualcosa che vale la pena ascoltare.

Presta attenzione al loro sottile linguaggio corporeo: non ne hanno altri. Non occorre lodare esageratamente, ma avere carisma è ben accetto. I quotidiani finlandesi sono tra i migliori e i più obiettivi al mondo, per cui probabilmente loro sono più informati su numerosi eventi di quanto lo sia tu.

Mostra vivo interesse per la loro cultura – è in ogni caso gratificante. Metti in chiaro di sapere che la Finlandia e i prodotti finlandesi sono altamente tecnologici. Se dirigi finlandesi, ricorda che essi hanno un’alta dignità e armonia interiore e che si oppongono al supporto per il lavoro di gruppo e adorano l’idea di centri di profitto e responsabilità. Possono talvolta essere lenti a prendere una decisione ma, nel momento in cui è stata presa, difficilmente verrà cambiata.

Ricorda infine che i finlandesi sono molto asciutti (qualità che ha i suoi aspetti positivi). Si racconta spesso di quella volta in cui il grande compositore finlandese Jean Sibelius – a cui occasionalmente piaceva andare a fare bisboccia con altri intellettuali anche per tre o quattro giorni – ricevette una telefonata dalla sofferente moglie che gli chiedeva una previsione di quando sarebbe tornato a casa. “Mia cara”, rispose, “io sono un compositore. Sono coinvolto nel business di comporre musica, non in quello di fare previsioni”.

The original version appeared in “Cross Culture Letter to International Managers” © Richard D. Lewis 1997, and published by the Institute of Cross Cultural Communication. More information at http://www.crossculture.com